Un tempo il termine cenciaiolo era usato in senso dispregiativo, anche se noi non lo abbiamo mai visto così.
Il termine cenciaiolo ha origini antichissime, si trattava di venditori ambulanti di stracci usati, che a causa della penuria di materie prime (canapa, lino e cotone), erano costretti a ripulire e immettere nuovamente sul mercato questo materiale. Nel XV secolo la professione del cenciaiolo diventa indispensabile tanto da iniziare a standardizzare e tutelare questa figura professionale.
È dal secondo dopoguerra (1950) che il mestiere di cenciaiolo ha il suo apice nel distretto pratese. Prato era infatti famosa per la produzione di lana, ma quando questa materia prima iniziò a scarseggiare, si ebbe l’idea di recuperarla dagli stracci e dagli abiti dismessi (cenci appunto).
Oggi dare nuova vita ai capi in cashmere rigenerando la materia prima è un processo sostenibile in linea con l’economia circolare. Mantenere in vita il più a lungo possibile, le materie prime è l’unico modo per garantire un futuro al nostro ecosistema.
Ci è stato tramandato dagli avi questo know how e noi della famiglia Gori, da 3 generazioni, lo abbiamo attualizzato e reso un processo sostenibile.
Un prodotto sostenibile – la fibra di cashmere riciclata – in un’azienda green e sostenibile.